Se una mamma compie un gesto grave e incomprensibile potrebbe avere questa sindrome

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Se una mamma compie un gesto grave e incomprensibile potrebbe avere questa sindrome. Purtroppo i fatti di cronaca che hanno investito le prime pagine dei giornali e i telegiornali di tutta Italia e non solo, sono tanti.

Fatti che riguardano infanticidi, fatti che riguardano gesti estremi compiuti dalle madri, le uniche figure che dovrebbero rassicurare i bambini diventano quelle da cui doversi difendere. Ovviamente le perizie psichiatriche sono alla base delle procedure che intraprendono le forze giudiziarie e le forze dell’ordine.il supporto gli esperti in materia e la prima condizione a cui viene sottoposta una madre che compie un gesto così estremo è così difficile da accettare per l’opinione pubblica.

Se una mamma compie un gesto grave e incomprensibile potrebbe avere questa sindrome. Purtroppo i fatti di cronaca che hanno investito le prime pagine dei giornali e i telegiornali di tutta Italia e non solo, sono tanti.

L’efferatezza, il fatto che non siano gesti dovuti a un impeto momentaneo, il fatto che vi sia la condizione premeditata, sono tutti i fattori questi che vanno a ricondurre ad un concetto di lucidità mentale. Ma è sempre così? Assolutamente no. Sembra impossibile ma non sono rarissimi i casi in cui le madri vengono accusati dell’omicidio dei propri figli, questa è un’affermazione fatta da Eleonora Iacobelli psicoterapeuta e presidente dell’Associazione Europea disturbi da attacchi di panico, nonché direttore scientifico Bío Equilibrium.

Se una mamma compie un gesto grave e incomprensibile potrebbe avere questa sindrome

La dottoressa ha espresso questa opinione commentando l’omicidio della piccola Elena uccisa dalla madre Martina Patti nel catanese. La Iacobelli continua “Le motivazioni vanno valutate caso per caso e ricercate nella storia personale della donna ma volendo avventurarci in una generalizzazione parte delle motivazioni di questo gesto sono da ricercare nella difficoltà della donna nell’accettare e gestire le emozioni e soprattutto le frustrazioni derivanti dal suo ruolo di mamma.“

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Belli continua sottolineando che un figlio, come tutte le donne che sono madri, comprende inevitabilmente uno stravolgimento dell’equilibrio affettivo anche lavorativo e sociale delle donne, ma anche dei genitori entrambi. La madre in particolar modo subisce anche uno squilibrio a livello fisiologico ed ormonale e, sottolinea la Iacobelli, “a fatica la sensazione di non essere adatto, all’altezza, sfinimento e senso di inadeguatezza possono non essere una vera e propria psicosi. Quando una madre arriva a questo punto tutto può accadere. I sintomi sono rintracciabili in uno stato confusionale, il delirio e le allucinazioni“ .

Secondo la dottoressa Iacobelli quando la madre arriva a compiere un gesto così estremo l’omicidio è ravvisabile nei suoi comportamenti e relazioni con gli altri, nel suo passato e viene preceduto da un momento di disagio psichico. Ogni evento è un caso a sé come ampiamente sottolineato i moventi possono ragionevolmente essere raggruppati nella sindrome di Medea ovvero la madre che è stata capace di sacrificare i suoi figli per vendicarsi del padre. Qualunque sia il motivo è evidente la negazione di un disagio psichico che si è manifestato nel peggior modo possibile e chi invece meriterebbe di essere compreso e soprattutto curato ben prima che tutto questo accada.

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Ci sono segnali di pericolo che si possono ravvisare, ovvero l’umore depresso o sbalzi d’umore, la poca tolleranza alla frustrazione la mancanza di empatia, il senso di inadeguatezza e la rabbia. La Iacobelli sottolinea che ci sono dei punti che potrebbero ravvisare e ricongiungere a un possibile gesto estremo. E nel caso di madri con figli piccoli occorre, continuava Iacobelli, “tener presente che ogni donna con la gravidanza subisce un brusco cambiamento che è una forte incidenza sull’umore tuttavia se questa situazione persiste oltre un tempo limitato vicino al parto potrebbe trattarsi di un avere propria depressione post partum “.

In questa condizione la famiglia, gli amici hanno ruolo fondamentale ed è compito loro non sottovalutare nessun campanello d’allarme purtroppo nella nostra società il disagio psicologico è ancora visto nella sua parte la maggior parte dei casi come un tabù e questa visione comporta un girarsi purtroppo dall’altra parte dinanzi a dei possibili campanelli di allarme.

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