Adozione mite finalmente cambia qualcosa ecco cosa c’è da sapere

Sabrina

Famiglia

In materia di adozione mite, la Cassazione ha preso un’importante decisione. Scopriamo insieme cosa cambia e cosa c’è da sapere.

Adozione mite finalmente cambia qualcosa ecco cosa c’è da sapere

Come in molti di voi già sapranno, l’adozione mite si distingue da quella piena che determina una rescissione totale del bambino con i genitori biologici.

Ciò detto scopriamo insieme cosa ha deciso la Cassazione.

Adozione mite: ecco cosa cambia

Adozione mite finalmente cambia qualcosa ecco cosa c’è da sapere

La decisione della Cassazione giunge dopo un ricorso del Tribunale di Venezia. Nello specifico, si chiedeva la possibilità di dichiarare tre minori adottabili nonostante il ricorso presentato dai genitori.

I giudici veneziani, infatti, si opponevano alla proposta del Ctu di ricorrere all’adozione mite dal momento che il padre dei bambini era affetto da schizofrenia e la madre era affetta da un disturbo ansioso.

I genitori dal canto loro hanno presentato ricorso alla Cassazione facendo leva su una presunta violazione di alcuni diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana e dalla Convenzione di New York.

Non solo, secondo questi genitori non si erano valutati i loro progressi divenendo vittime di un grave pregiudizio.

Per la Corte, i motivi esposti dai genitori sono apparsi fondati e ha peraltro fatto leva sulla necessità di giungere ad una soluzione che consenta ai minori di mantenere i rapporti con quest’ultimi.

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In poche parole, secondo la Corte di Cassazione, in presenza di un rapporto affettivo dei minori con la famiglia di origine, l‘adozione mite risulta essere la soluzione migliore. Di conseguenza, il fatto che la famiglia di origine sia carente non determina la naturale rescissione di qualsiasi tipo di rapporto.

E’ chiaro, quindi, che per la Cassazione, è sbagliato escludere a priori l’adozione mite quando si è in presenza di genitori fragili.

Sempre per questa ragione, la Corte ha stabilito la necessità che i minori, pur se affidati a famiglie diverse, mantengano i contatti tra di loro prevedendo un incontro almeno 1 volta a settimana.

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