Ecco come capire se si sta assistedo ad uno shock anafilattico, vi mostreremo il primo soccorso da fare tempestivamente e cosa non fare.
Lo shock anafilattico é una reazione allergica che può avvenire in ogni parte del corpo, si può manifestare in qualsiasi momento e si deve intervenire tempestivamete perché potrebbe in alcuni casi portare anche alla morte. Inizia con grande rapidità interessando due o più apparati, ad esempio pelle e sistema respiratorio, o circolatorio, o gastrointestinale.
Ma se dovessimo trovarci davanti a un caso di shock anafilattico, qual’é il primo soccorso da fare? Ecco tutte le indicazioni utili che possono salvare la vita, come conportarsi e cosa non fare assolutamente. Gli esperti ci insegnano ad effettuare un soccorso immediato, ma avviamente la prima cosa da fare e chiamare subito i soccorsi sanitari.
Come riconoscere uno shok anafilattico
I sintomi di uno shock anafilattico possono essere davvero tanti visto che possono interessare diverse parti del corpo, é bene quindi saper riconoscere perrò quest’ultimo. Tra i più comuni ci sono stordimento, vertigini, collasso o perdita di coscienza, ma anche abbassamento della pressione sanguigna (ipotensione), e battito cardiaco accelerato e debole, oppure difficoltà respiratorie (dispnea), con respirazione veloce e superficiale. Come anticipato la prima cosa da fare é quella di chiamare il pronto soccorso, ma per salvare la vita di una persona in shok anafilattico è bene che il soccorritore conosca a grandi linee gli interventi da porre in essere.
Come intervenire
Il farmaco usato per uno shock anafilattico in corso é l’adrenalina (o epinefrina) viene somministrato in via endovenosa, preferibilmente in infusione lenta e continua, questo agisce direttamente nel sangue e determina alcuni cambiamenti nell’organismo: accelera la frequenza cardiaca, restringe i vasi sanguigni, dilata le vie aeree bronchiali e può essere somministrato anche per via aerea. Nei casi più lievi è generalmente sufficiente la somministrazione combinata di adrenalina ed antistaminici, mentre in quelli più gravi è necessario ricorrere all’ossigenoterapia o addirittura interventi chirurgici in caso di necessità. Nell’attesa dei soccorsi é necessario tenere le gambe sollevate di circa 30 cm é particolarmente utile perché favorisce il ritorno venoso agli organi vitali (cuore e cervello) per semplice effetto della gravità.
Cosa non fare
Se lo shock anafilattico si verifica ad esempio dopo una puntura di un’ape, il pungiglioneva rimosso velocemente preferibilmente raschiandolo con le ughie o una carta di credito evitando pressione che aumenterebbe il rilascio del veleno. La posizione antishock non dev’essere adottata qualora si sospettino traumi a livello della testa, del collo, della schiena o delle gambe. Se si presentano difficoltà respiratorie non porre rialzi o cuscini sotto la testa, né tanto meno somministrare pillole, liquidi o alimenti, in quanto potrebbero ostacolare il passaggio di aria nelle vie aeree e peggiorerebbero la situazione.