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Addio birra, acqua e bibite gassate: un ingrediente fondamentale è quasi introvabile

Addio birra, acqua e bibite gassate: un ingrediente fondamentale è quasi introvabile. Produttori allarmati

Le bevande gassate sono davvero amatissime. Che sia birra o coca cola, o la semplice acqua frizzante le “bollicine” sono un must dell’estate. Rinfrescanti e dal gusto inconfondibile, sono davvero utilizzatissime.

Molte persone rischiano di non potere più godere del piacere di una bibita fresca gasata. Ecco il motivo.

Co2 alimentare, allarme nel Regno Unito. A rischio la produzione di bibite gasate

In Gran Bretagna infatti le aziende produttrici di Co2 alimentare, quella utilizzata per fare le amatissime bibite gasate, stanno attraversando un fortissimo periodo di crisi.

La Cf Industries, dal quale dipende circa il 60% della Co2 alimentare nel Regno Unito, ha infatti allarmato i consumatori paventando l’ipotesi di interromperne la produzione  per dedicarsi ad un sottoprodotto più economico. Questo per via dei costi sempre più elevati e dell’aumento dei prezzi dell’energia necessaria per produrla. La guerra in Ucraina infatti complicato la situazione e ha reso l’attività in sede troppo onerosa. L’azienda ha dunque deciso di chiudere l fabbrica.

Il governo britannico in queste ore è alla ricerca di un’accordo con la CF Industries affinchè l’azienda possa continuare la produzione di Co2 alimentare, secondo quanto riportato dalla BBC. Il nuovo accordo dovrebbe mettere in salvo la produzione di bibite gasate almeno sino alla prossima primavera, e non dovrebbe prevedere costi per i contribuenti.

Il governo si è mosso prontamente vista l’importanza della questione. Dalla disponibilità di Co2 dipende infatti la produzione di birra e bibite gasate. L’eventuale mancanza danneggerebbe non poco il Regno Unito, uno dei maggiori consumatori. Basti pensare ai leggendari pub e ai birrifici artigianali che fanno le fortune delle città inglesi. A loro va soprattutto l’attenzione del governo.

Il contratto servirà a rivedere i termini del precedente accordo e contrastare l’aumento dei costi rivedendo i prezzi della fornitura. In questi modo le piccole imprese potranno continuare la loro produzione. La questione è ovviamente stata vista con grande preoccupazione dalle piccole imprese e dai birrifici.  Emma McClarkin, amministratore delegato della British Beer and Pub Association, ha chiesto maggiore trasparenza sulla situazione, visto che i dati del nuovo accordo non sarebbero ancora stati resi pubblici. E’ stato chiesto che vengano slegati. “Servirebbe a comprendere l’impatto di questo nuovo contratto sul nostro settore e sulla sostenibilità della produzione” ha detto.

 

Beatrice

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