La causa n.1 di morte nel mondo peggiorata dal Covid: i risultati shock di uno studio

Francesca Guglielmino

Salute e Benessere

Il Covid-19 ha messo in discussione la salute delle persone in tutto il mondo, e la causa n 1 di morte è peggiorata notevolmente nel corso degli ultimi due anni.

Sono numerose le persone che hanno accusato varie conseguenze dopo aver lottato contro il Covid-19, costretti allo stesso modo a fare i conti anche con il Long Covid che ha rappresentato un vero e proprio prolungamento della malattia in questione e che ha lasciato non pochi effetti sulla persona.

Quanto detto, inoltre, è stato appurato da un nuovo studio scientifico che ha trovato una relazione tra Coronavirus e una delle prime cause di morte al mondo, i cui malesseri sono peggiorati notevolmente con l’arrivo della pandemia.

Peggiorata dal Covid la causa numero 1 di morte

Sono molti i pazienti che dopo il Covid-19 sono stati costretti a fare i conti con il Long Covid, un prolungamento della malattia che ha causato non pochi problemi per la salute delle persone aggravando anche i problemi cardiaci che continuano ad essere una delle maggiori cause di decesso improvviso in tutto il mondo.

Secondo quanto reso noto da un nuovo studio pubblicato sull’European Heart Journal, un team di scienziati coordinati dall’università di Leeds hanno satinato benna 189 documenti di ricerca e differenti appurando così l’impatto che il Covid-19 ha avuto sui cardiovascolari di 48 paesi, 6 continenti, durante gli ultimi due anni.

“Queste malattie sono un killer…”

Dallo studio in questione è emerso come a seguito della diffusione del virus, insieme all’estrema pensione ai quali sono stati sottoposti i sistemi sanitari, i medici si sono visti costretti a non poter esaminare nel modo corretto eventi cambio acuti, come appunto un infarto o un’insufficienza cardiaca.

A commentare la scoperta è stato il dottor Ramesh Nadarajah, ricercatore clinico della British Heart Foundation presso l’università di Leeds e autore dell’articolo: “Le malattie cardiache sono il killer numero uno nella maggior parte dei Paesi e l’analisi mostra che durante la pandemia le persone, in tutto il mondo, non hanno ricevuto le cure cardiache che avrebbero dovuto ricevere”. Infine: “Ciò avrà delle conseguenze. Più a lungo le persone aspettano il trattamento per un infarto, maggiore sarà il danno al muscolo cardiaco, causando complicazioni che possono essere fatali o causare malattie croniche. Le strutture sanitarie devono necessariamente rafforzare il proprio sistema di intervento al fine di aiutare a sostenere e curare le persone le cui condizioni cardiache saranno inevitabilmente peggiori a causa della pandemia. Questo documento rappresenta una prova”.

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