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Ti assenti al lavoro per il Covid, stavolta paghi tu, ecco cosa è cambiato

Cambiano le normative sull’assenza da lavoro per quarantena e contagio da Covid. Pagano i lavoratori, ma ci sono delle soluzioni

Quando si scopre di essere purtroppo risultati positivi al Covid le preoccupazioni vertono ovviamente su più fronti. In primis, come è chiaro, sugli eventuali gravi problemi di salute che può portare il virus e sulle condizioni dei nostri cari e di coloro che possono o meno essere venuti a contatto con noi. Anche gli aspetti economici, però, ricoprono un ruolo davvero fondamentale. Non solo per i tanti soldi ovviamente destinati a tamponi e analisi varie per monitorare l’andamento della malattia, ma anche per le conseguenze finanziarie di una assenza forzata dal nostro posto di lavoro. E’ ovvio che infatti chi si trova ad essere positivo è costretto all’isolamento e ad un periodo di quarantena.

L’anno scorso, il periodo trascorso a casa a causa del Covid veniva considerato come malattia ed era quindi retribuito dai fondi messi a disposizione dallo stato. Da quest’anno però la normativa è differente, e coloro che si trovano a doversi assentare da lavoro per motivi di isolamento avranno purtroppo qualche complicazione in più.

La quarantena non viene più considerata malattia: ecco le possibili soluzioni

Per le nuove direttive infatti il periodo di quarantena non viene più considerato come malattia. Non sarà quindi l’INPS a pagare il periodo di assenza da lavoro, ma direttamente da tasca del lavoratore. Le due settimana sono quindi sospensione non retribuita o aspettativa. Considerando che solitamente la guarigione da covid richiede un paio di settimane, i conti dei danni sono presto fatti.

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D’altro canto, la quarantena è obbligatoria per chi è entrato a contatto con positivi, o ha fatto rientro in Italia da zone considerate a rischio, oltre che ovviamente per il proprio contagio.

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Quali possibili soluzioni per evitare un danno economico così importante? Le soluzioni sono essenzialmente due. La prima è riuscire ad organizzare il proprio lavoro da casa con l’ormai famoso smartworking, che consentirebbe di non venire meno ai propri obblighi lavorativi pur essendo in quarantena e non potendo essere presente nel ruolo di lavoro. L’altra soluzione, invece, è quello di avere a disposizione o concordare con il proprio datore di lavoro ferie arretrate, che consentirebbero di recuperare la propria salute e guarire dal virus senza subire danni economici, o peggio senza rischiare di perdere il lavoro.

Beatrice

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