Possono i sogni influenzare la nostra vita da svegli? Se sì, come funzionano? A spiegarlo è il ricercatore Giulio Bernardi, che ha vinto un importante riconoscimento europeo per aver studiato e analizzato i sogni.
“Oggi è molto difficile studiare i sogni perché sono estremamente variabili da una persona all’altra“, spiega Bernardi, i cui studi hanno lo scopo di studiare i possibili effetti dell’esperienza onirica sulla memoria e sul benessere delle persone.
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I sogni hanno effetti sulla vita reale?
Quando andiamo a dormire, il nostro cervello non si spegne affatto. Ma cosa sono i sogni e da cosa sono scaturiti?
“Sembra paradossale, ma non sappiamo molto sui sogni – afferma il ricercatore – Negli anni ’50 e ’60 con la scoperta del sonno Rem si era pensato di aver trovato una spiegazione. In realtà, si è presto capito che non sogniamo solo durante questa fase, sebbene sia quella nella quale viviamo le esperienze più vivide e che ricordiamo meglio“.
Un altro importante risultato degli studi sul sonno è che mentre dormiamo vengono attivate le stesse parti del cervello, quelle posteriori legate all’elaborazione delle esperienze sensoriali, indipendentemente dalla fase: “La stragrande maggioranza dei nostri sogni, Rem o non Rem, sono visivi“, secondo Bernardi.
Dalle ricerche sono nate tre correnti di pensiero sui sogni: “La prima afferma che i sogni non servono a nulla: sarebbero un prodotto completamente casuale poiché il nostro cervello non si può spegnere del tutto. Questa attività randomica viene poi interpretata e si costruisce una storia al risveglio. Oggi questo gruppo di ipotesi è un po’ meno accreditato rispetto al passato“, commenta Bernardi.
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La seconda ipotesi allo stesso modo non attribuisce significati ai sogni: “Sappiamo per esempio che dormire è importante per il consolidamento delle memorie: quello che noi apprendiamo viene rielaborato e rafforzato durante il sonno“. Inoltre “Sembra che il sonno Rem ripulisca i ricordi dalle emozioni. Se andiamo a letto tristi o arrabbiati, il giorno seguente ne avremo ancora memoria, ma l’emozione sembrerà più lontana”.
Infine, la terza teoria ipotizza che il sogno abbia una sua propria funzione: “In questo caso si crede che il sogno funga da ambiente virtuale in cui apprendere o verificare alcune esperienze“, secondo Bernardi.