Gatti: non è il pelo che fa allergia, le scoperta che ancora non sapete

Valeria B

Salute e Benessere

Gatti: non è il pelo che fa allergia, le scoperta che ancora non conoscere. Cosa bisogna sapere.

L’allergia al gatto è molto comune. In presenza di questi animali alcune persone iniziano a starnutire e a non fermarsi più. Oltre agli starnuti, alcuni effetti frequenti sono naso che cola e congestione nasale. Altri effetti sono bruciore e arrossamento agli occhi, lacrimazione e congiuntivite. Nei casi più gravi può scatenare l’asma.

Solitamente si dice che l’allergia al gatto dipenda dal suo pelo. In realtà non è proprio così, scopriamo perché.

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Gatti: non è il pelo che fa allergia, le scoperta

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Chi soffre di allergia ai gatti sa bene quanto questo problema sia fastidioso. Pur amando questi animali, i disturbi possono essere insistenti. Per conoscere la gravità di questa allergia è sempre bene farsi visitare da un allergologo che saprà come trattare il problema.

Sulle origini dell’allergia ai gatti si dice spesso che dipenda dal pelo. Ma non sono i peli dei gatti a scatenare allergie. Come ha scoperto uno studio scientifico di qualche anno fa, la causa principale dell’allergia al gatto è una proteina che si trova nella sua saliva e nella sua forfora, la Fel D1. Questa proteina viene prodotta dalle ghiandole salivari e dai follicoli delle ghiandole sebacee dell’animale.

I gatti si leccano spesso le zampe e il corpo, anche per pulirsi. In questo modo la proteina contenuta nella saliva finisce nel pelo. Quando la saliva si asciuga, le sue particelle e le proteine che contiene si disperdono nell’aria. Così vengono inalate e scatenano le reazioni allergiche. Pertanto non sono i peli di per sé ma quelli con tracce di saliva a scatenare le allergie.

In questo modo, stare vicino al gatto, accarezzarlo, giocarci insieme può trasmettere la proteina Fel D1 all’uomo e scatenare l’allergia.

Un modo per non stare più male, oltre a prendere i farmaci prescritti dall’allergologo è sottoporsi alla vaccinazione antiallergica.

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