La somiglianza è davvero un fattore genetico? Una domanda alla quale tutti noi daremmo una risposta positiva e che sembrerebbe essere diretta e forse scontata… ma se non così non fosse?
Nel corso degli anni le numerose ricerche scientifiche che sono state condotte in relazione all’uomo, alla persona e alla genetica in senso lato, hanno permesso di individuare e scoprire come alcune informazioni siano contenute all’interno del nostro DNA, in relazione anche al grado di parentela.
Uno dei maggiori punti di discussione, non a caso è rappresentato dalla somiglianza tra persone che a quanto pare non sarebbe da attribuire solo ed esclusivamente ad un fattore genetico e quindi DNA.
Cosa stabilisce la somiglianza?
Ebbene sì, come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, uno dei maggiori punti di discussione in campo scientifico è rappresentato dalla somiglianza tra le persone, la quale è innescata da diversi fattori genetici e non solo.
Cosa determini la somiglianza tra persone, anche dello stesso nucleo familiare, non sarebbe ancora molto chiaro trattandosi, comunque di informazioni che si trovano contenute dentro la genetica della persona ma che al tempo stesso agiscono non seguendo delle regole predefinite e ripetitive.
“In generale siamo…”
A rispondere al quesito in questione, dunque, ci ha pensato anche i Corriere della Sera proponendo un articolo della saggista Chiara Lalli.
Interpellata dal noto quotidiano, dunque, Chiara Lalli ha rilasciato la seguente dichiarazione parlando di DNA e ‘somiglianze fra membri dello stesso nucleo familiare’: “In generale meno siamo esperti di genetica e di genomica, più ci illudiamo di avere una specie di bacchetta magica per prevedere e inferire alcuni tratti somatici (o perfino personalità e malattie), per risolvere i misteri esistenziali e, sempre più, i crimini. Questa incertezza, infatti, mi fa subito pensare all’uso forense del DNA e ai casi che negli ultimi anni sono stati costruiti intorno a un profilo genetico”.
