Salute e Benessere

Come ridurre la depressione cambiando un’abitudine: lo studio

Uno studio americano ha preso in esame oltre 800 mila persone per rintracciare i fattori di rischio che causano l’insorgere di uno stato di depressione. Ecco cosa è uscito fuori!

Depressione

In uno studio che è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica JAMA Psichiatra, condotto dai ricercatori del Massachussets Institute of Technology e delle Università di Harvard e del Colorado, è stata valutata la depressione di oltre 800mila persone per comprendere quali fossero i fattori scatenanti di questo stato mentale acuto.

La vasta ricerca è stata condotta esattamente su un campione di 840 mila persone, con l’aiuto di una società californiana che si occupa di genomica e biotecnologia. Poiché dalle ipotesi questo stato mentale sembra essere ricondotto al sonno, il 38% dei soggetti presi in esame hanno dovuto indossare un tracker mentre dormiva e compilare un questionario a riguardo che monitorasse le sue condizioni. Vediamo cosa è scaturito da questo studio.

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Perché soffriamo di depressione? Cosa dice lo studio

Depressione, lo studio americano

Secondo lo studio americano, sembrerebbe che svegliarsi presto al mattino influisce positivamente sull’umore e riduce, quindi, le possibilità di ammalarsi di depressione.

Dai risultati, infatti è scaturito che le persone che si alzano prima al mattino hanno ben il 23% di probabilità in meno di soffrire di depressione. Al contrario, coloro che non riescono facilmente a prendere sonno la sera e si svegliano più tardi, vedono raddoppiate le loro possibilità di soffrire di questa patologia.

Lo studio non ha rintracciato un numero valido di ore di sonno, quindi il fenomeno non sembrerebbe legato al tempo speso a riposarsi al letto ma solamente al momento della giornata in cui si dorme e ci si sveglia. Sembra, infatti, anche dai studi condotti nel passato, che la depressione sia correlata alle ore di luce vissute al posto di dormire.

I risultati della ricerca non sono valutati ancora per essere parte di una teoria scientifica specifica, ma restano ipotesi valide su un problema che attanaglia sempre più persone. I motivi di questi risvolti si devono più che altro al carattere psicologico e di inadeguatezza di coloro che non riescono a svegliarsi presto.

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Piera Feduzi

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