Aids, cosa succede se ci si ammala? La risposta non è una sola

Piera Feduzi

Salute e Benessere

L’Aids, ossia la Sindrome da Immunodeficienza Acquisita, è una malattia insorta nel mondo a partire dagli ’80 e il suo sviluppo nell’organismo è considerato lo stadio finale dell’infezione causata dal virus dell’HIV. Cosa comporta vivere con questo male e cosa succede?

Aids
Aids

L’Aids è è una malattia generata dall’infezione causata dal virus dell’immunodeficienza umana, conosciuto con l’acronimo HIV, ossia Human Immunodeficiency Virus. Riportata in letteratura per la prima volta nel 1981, da allora ha causato milioni di vittime in tutto il mondo, in attesa di un vaccino e di una cura realmente efficace che possa contrastarla.

L’HIV è un virus a RNA che appartiene alla famiglia virale dei retrovirus, dotata cioè di un meccanismo replicativo unico e aggressivo: è infatti in grado di inserirsi nel DNA della cellula infettata, definita “cellula ospite”, per riuscire poi a riprodursi. Le cellule che l’HIV colpisce sono quelle del sistema immunitario, i linfociti T di tipo CD4, che hanno un ruolo fondamentale nel combattere gli agenti patogeni e oncogeni.

Per questo il virus provoca un indebolimento del sistema immunitario, che può essere facilmente attaccato da altri virus subdoli, con il rischio di tumori e di infezioni. Ma cosa succede a chi contrae il virus dell’HIV?

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Aids: le fasi della malattia e la terapia

Malattia dell'Aids
Malattia dell’Aids
Per scoprire se si è stati infettati dal virus dell’HIV, bisogna sottoporsi a un test che rilevi la sieropositività. Essere sieropositivi vuol dire che l’infezione è in atto: da quel momento bisogna fare molta attenzione nei rapporti, perché si potrebbero contagiare altre persone. In genere, tra il contagio e il test positivo trascorre un periodo definito “finestra”, che varia da qualche settimana a un mese: in questo lasso di tempo il test potrebbe risultare ancora negativo, ma è comunque possibile trasmettere l’infezione. Per questo serve prudenza nel caso di rapporti a rischio, anche se il test non risulta positivo.
A seguito del contagio, il virus può manifestare i suoi sintomi anche dopo diversi anni, quando ormai è insorta la malattia dell’Aids. In questa fase il sistema immunitario è debilitato e il corpo è facile preda di infezioni opportunistiche provocate da agenti patogeni, generalmente innocui in persone sane. Tra le altre malattie che possono complicare il quadro clinico, ci sono alcuni tumori come i linfomi, il sarcoma di Kaposi e il carcinoma del collo dell’utero.
Nel mondo non esiste ancora un vaccino in grado di prevenire e contrastare il virus dell’HIV, ma è possibile ridurre la diffusione e utilizzare alcuni farmaci antivirali in grado di attenuare i sintomi e rallentare la malattia.

Solo negli ultimi anni, infatti, sono state adottate nuove medicine che in genere vengono somministrate in combinazione per aumentare l’efficacia della terapia, soprattutto a causa delle possibili mutazioni del virus: quella che viene proposta oggi ai malati di Aids è la Haart (Higly Active Anti-Retroviral Therapy).

Tuttavia, nonostante i grandi passi avanti fatti dalla ricerca negli ultimi anni, non è ancora possibile guarire dall’infezione: quello che le cure riescono ad assicurare è una buona qualità di vita con un’aspettativa analoga a quella di una persona sana.

 

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