Rischio zona gialla, ecco quali regioni potrebbero cambiare colore

Valeria B

Salute e Benessere

Rischio zona gialla, ecco quali regioni potrebbero cambiare colore. Cosa bisogna sapere sulla situazione della pandemia in Italia.

I contagi di Coronavirus continuano a salire in Italia, anche se fortunatamente la situazione non è critica come in altri Paesi in Europa. In alcune regioni, però, i numeri cominciano ad essere preoccupanti, anche per i ricoveri che stanno salendo rapidamente. Questo determinerà il passaggio dalla zona bianca alla zona gialla di alcune regioni.

rischio zona gialla regioni

La zona bianca era entrata in vigore in tutta Italia alla fine dello scorso giugno. Finora, l’unica regione italiana a passare in zona gialla è stata la Sicilia, dal 30 agosto al 10 ottobre. Ora, però, i contagi sono tornati a salire con numeri importanti in tutta Italia, portandosi sui livelli dello scorso maggio, e soprattutto in alcune regioni i ricoveri hanno superato le prime soglie critiche. Quelle determinanti per il passaggio di colore.

Alla fine della settimana, dopo la presentazione dei dati del monitoraggio settimanale sull’epidemia di Coronavirus in Italia, il Ministro della Salute deciderà quali regioni passeranno in zona gialla. Perché dall’andamento dell’epidemia è sicuro che questo avverrà. In base ai dati degli ultimi bollettini giornalieri possiamo già anticiparvi quali regioni italiane sono a rischio zona gialla.

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Rischio zona gialla, ecco quali regioni potrebbero cambiare colore

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Se nelle ultime settimane le regioni italiane con più contagi e soprattutto ricoveri in ospedale avevano evitato la zona gialla, alla fine di questa settimana le cose cambieranno.

I parametri sul passaggio di colore erano stati modificati la scorsa estate, rispetto a quelli applicati con l’introduzione delle zone a colori (giallo, arancione e rosso), perché con i vaccini è cambiato l’andamento dell’epidemia. Se prima, infatti, al salire della curva dei contagi seguiva a distanza di giorni la stessa crescita dei ricoveri in ospedale, soprattutto in terapia intensiva, con la vaccinazione della popolazione questa proporzione è venuta meno. Sicuramente per i vaccinati. All’aumentare dei contagi oggi, con le vaccinazioni crescono meno i ricoveri, per questo motivo valori come l’incidenza settimanale e l’indice Rt di trasmissibilità sono diventati meno determinanti.

Per il passaggio dalla zona bianca a quella gialla occorre il superamento di 3 parametri:

  • incidenza settimanale dei contagi sopra i 50 casi ogni 100mila abitanti,
  • ricoveri in terapia intensiva sopra il 10%
  • e nei reparti ordinari sopra il 15%.

Alcune regioni italiane hanno superato questi parametri, mentre altre sono molto vicine a superarli.

Sarà sicuramente il Friuli Venezia Giulia a passare in zona gialla da lunedì 29 novembre. Qui, infatti, le terapie intensive sono già addirittura al 15% del tasso di occupazione, mentre i reparti ordinari al 18% (dati Agenas al 24 novembre). Mentre l’incidenza settimanale è di 323 casi per 100mila abitanti.

A rischio zona gialla anche la Provincia Autonoma di Bolzano, l’altra zona più colpita d’Italia la nuova ondata di Covid. Qui, però, la situazione è più in bilico perché i tassi di occupazione ospedaliera sono proprio sulla soglia limite: 10% per le terapie intensive e 15% per i reparti ordinari. Mentre l’incidenza settimanale dei contagi è molto alta: 421 casi ogni 100mila abitanti.

Le altre regioni a rischio

Tranne Basilicata, Sardegna e Puglia, tutte le altre regioni superano la soglia dei 50 casi ogni 100mila abitanti nell’incidenza settimanale. Dunque, saranno i ricoveri in ospedale a fare la differenza. Al momento, dopo Friuli Venezia Giulia e Provincia di Bolzano, le regioni che più rischiano il passaggio in zona gialla sono:

  • Marche, con il 10% di terapie intensive occupate e il 7% dei reparti ordinari,
  • Lazio, con il 9% di terapie intensive e 11% dei reparti non critici,
  • Liguria e Umbria entrambe con occupazione all’8% per le terapie intensive e al 7% per gli altri reparti,
  • Emilia Romagna, con entrambi i tassi di occupazione al 7%,
  • Toscana, rispettivamente all’8% e 5%,
  • Veneto al 7% e 6%,
  • Calabria al 6% e 13%,
  • Valle d’Aosta al 6% e 11%.

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