Patate: quando non bisogna mangiarle?

Simona

Salute e Benessere

Le patate sono ottime in ogni modo vengano cucinate: ci sono, però, dei casi in cui non bisogna mangiarle per non rischiare danni alla salute. Ecco quali sono.

Le patate sono tra i tuberi più apprezzati al mondo: sono versatili, si possono mangiare in qualsiasi modo vengano cucinate e il loro sapore delicato le rende facilmente abbinabili a qualsiasi pietanza. Questo tubero così utilizzato, tuttavia, può nascondere dei pericoli.

Questo perchè ci sono dei casi in cui non andrebbero mangiate, perchè potrebbero provocare seri danni. Ecco quali sono.

Patate: quando non bisognerebbe mangiarle

Patate

Probabilmente avrete già sentito parlare della solanina, una sostanza che è presente in generale nelle patate e le cui concentrazioni, tuttavia, aumentano se questi tuberi sono già germogliati. 


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Un’altra sostanza è l’acrilamide, potenzialmente cancerogena che si sviluppa quando questi tuberi vengono cotti a temperature troppo alte. Per questo motivo, dovrebbe esserci attenzione sui casi in cui non mangiarle.

Quando sono crude

Una patata cruda non dovrebbe essere consumata per un solo motivo: non per la presenza di sostanze o elementi dannosi ma perchè indigesta. L’amido contenuto al suo interno, infatti, nella forma cruda non può essere attaccato dagli enzimi digestivi. 

Per questo motivo è sempre meglio cucinarle o cuocerle in qualsiasi modo si desideri.

Attenti all’acrilamide

L’acrilamide è una sostanza tossica e potenzialmente cancerogena che si sviluppa nei cibi contenenti carboidrati quando questi vengono cotti a temperature eccessivamente elevate. A causa di questa sostanza, ad esempio, una patata fritta diventa pericolosa sono quando è croccante e inizia ad annerirsi.


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Il problema arriva proprio quando le temperature di cottura superano i 150°C: per questo motivo è sempre bene prestare molta attenzione.

La solanina

Anche la solanina è una sostanza potenzialmente tossica la cui concentrazione aumenta via via che una patata comincia a germogliare. Assumere questa sostanza può provocare dei danni alla salute: in grandi quantità può provocare alcuni sintomi.

Nausea, tachicardia, vomito e diarrea: sono questi i sintomi che si presentano in caso di intossicazione, anche se le reazioni variano da persona a persona.

Essendo una sostanza presente, in prevalenza all’interno della buccia, è sempre meglio evitare di consumarla: potreste, ad esempio, lessarle privandole preventivamente di questa parte.

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