Latte: scadenza e conservazione, cosa bisogna sapere

Valeria B

Salute e Benessere

Latte: scadenza e conservazione, cosa bisogna sapere per un consumo corretto.

Il latte è l’alimento presente nella dieta degli italiani praticamente tutti i giorni. È consumato preferibilmente a colazione, con il caffè oppure con i cereali o il cacao, soprattutto per bambini e ragazzi. Gli adulti bevono il cappuccino al bar, chi è a dieta sceglie il late scremato.

Se non si hanno problemi di intolleranze, allergie o di digeribilità il latte si può bere tranquillamente, anzi si deve per l’importanza del suo apporto nutrizionale, soprattutto di calcio, per la salute delle ossa, in particolare quella delle donne.

È importante, però, che il latte sia ben conservato, facendo attenzione al tipo e alla data di scadenza. Ecco tutto quello che dovete sapere.

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Latte: scadenza e conservazione

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Dal latte fresco a quello a lunga conservazione, esistono diversi tipi di latte che subiscono un diverso trattamento e hanno una scadenza differente.

Il latte si distingue in primo luogo in due grandi categorie: a breve conservazione e a lunga conservazione. Scopriamo le differenze e i tipi di latte compresi in ciascuna.

Latte a breve conservazione

In questa conservazione rientrano diversi tipi di latte fresco da conservare in frigorifero con diverse scadenze, da una a due settimane, a seconda del tipo di trattamento a cui è stato sottoposto.

Latte fresco pastorizzato: è sottoposto a un trattamento termico, di pastorizzazione, di breve durata per eliminare i batteri, di solito circa 72 gradi per 15 secondi. Questo permette di conservare meglio le proprietà del latte, oltre al gusto. Va consumato però in breve tempo e va conservato in frigorifero per massimo una settimana.

Latte fresco pastorizzato alta qualità: il procedimento di pastorizzazione a cui è sottoposto è più delicato di quello del latte fresco classico e pertanto il latte di alta qualità deve avere una composizione precisa corrispondente a rigidi requisiti igienico sanitari. Si conserva sempre in frigo e va consumato in pochi giorni, massimo entro 6-7 giorni.

Latte microfiltrato: questo latte è sottoposto alla pastorizzazione e alla microfiltrazione, in modo da eliminare quasi tutti i microbi. Per questo la sua scadenza è maggiore del latte fresco, fino a un massimo di 10 o 15 giorni, sempre in frigo.

Latte pastorizzato a temperatura elevata: è sottoposto a un trattamento termico più elevato di quello del latte fresco ma non ancora come quello a lunga conservazione. È una via di mezzo. Questo procedimento permette al latte di conservarsi più a lungo in frigorifero, fino a 20-25 giorni.

Latte a lunga conservazione

Latte UTH (Ultra High Temperature): è il latte che si trova nelle buste, ma anche in bottiglie di plastica, negli scaffali dei supermercati, fuori dal frigorifero. Può conservarsi sigillato fuori dal frigo grazie al trattamento ad altissima temperatura a cui è sottoposto, e da cui prende il nome: tra i 135 e i 140 gradi per circa 3-5 secondi. Questo procedimento di pastorizzazione elimina tutti i batteri. Questo latte può conservarsi in confezione chiusa per circa 3 o 5 mesi a temperatura ambiente. Infatti, la data di scadenza è lunga quando lo compriamo. Tuttavia, una volta aperta la confezione, il latte va conservato in frigo e consumato in pochi giorni.

Latte sterilizzato: oltre alla pastorizzazione, questo latte è sottoposto a un trattamento termico di sterilizzazione in contenitore sigillato. La durata di una confezione integra è di almeno 6 mesi, a temperatura ambiente. Anche questo latte, comunque, va consumato in pochi giorni e conservato in frigo una volta aperta la confezione.

Infine, una considerazione a parte va fatta per il latte “crudo” o al naturale, che da qualche tempo va molto di moda. Si tratta del latte che non è sottoposto ad alcun trattamento termico e che viene venduto direttamente dagli allevatori o nei distributori di latte che si trovano nelle città e vicino ai centri commerciali. Questo latte va bollito prima del consumo, altrimenti si rischia un’intossicazione, e va consumato subito, entro pochissimi giorni.

L’ebollizione fatta in casa, però, rischia di far perdere al latte tutte le sue proprietà nutrizionali perché troppo aggressiva. Quindi se volete bere un latte di qualità dall’ottimo sapore e con tutti i nutrienti integri è consigliabile consumare il late fresco pastorizzato magari di alta qualità.

Latte scaduto

Fate sempre molta attenzione alle date di scadenza e alla conservazione del latte. Se non ricordate più da quanto tempo avete il latte in frigorifero buttatelo via, meglio non rischiare. Così come il latte è da gettare via se emana un odore cattivo o al gusto è acido, a prescindere dalla scadenza significa che non è più buono.

Bere il late scaduto, così come quello crudo non bollito, è dannoso per la salute. Si rischia l’intossicazione con nausea, vomito e disturbi intestinali. Meglio non rischiare.

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