La variante che uccide non è Omicron: i casi che fanno discutere

Beatrice

Salute e Benessere

L’andamento della pandemia sembra portare verso nuove varianti, ma sono ancora in circolo ceppi antecedenti e sintomi nuovi

Sono ormai due anni che il Coronavirus circola nelle sue diverse varianti, e non ha ancora smesso di mutare. Attualmente come sappiamo la variante Omicron è quella più diffusa nel nostro paese. Omicron ha sintomi più leggeri rispetto alle varianti passate, pur essendo molto più contagiosa.

La variante che uccide non è Omicron: i casi che fanno discutere

Omicron non è però l’unica variante da Coronavirus che è attualmente in circolazione a livello globale. I ceppi precedenti sono infatti ancora in circolo, mentre ne stanno nascendo di nuovi che sono già stati riscontrati in altri paesi del mondo.

Coronavirus, nuova variante, arriva da Omicron. Ma ci sono anche sintomi riconducibili alla Delta

La variante che uccide non è Omicron: i casi che fanno discutere

Nel Regno Unito è stata infatti scoperta la variante XE, unione di Omicron 1 e Omicron 2. Una variante che non desta particolare preoccupazione, avendo praticamente gli stessi effetti di Omicron, che si presenta come poco aggressiva. Anche la variante XE presenta sintomi che in caso di tripla dose di vaccino sono assimilabili a quelli dell’influenza, e quindi non eccessivamente preoccupanti.

In alcuni casi però sono stati rivenuti dei sintomi riconducibili alla variante Delta, come mancanze di odori e sapori. Alcuni medici del Lazio stanno notando pazienti che si presentano da loro con sintomi diversi rispetto alla variante Omicron soffrono di vertigini (non un sintomo di varianti precedenti) e che sono stati contagiati per tre volte. E’ possibile quindi che si stia tornando al passato, o andando verso qualcosa di ancora nuovo. La sintomatologia per ora è blanda, e non desta quindi preoccupazioni.

I decessi però continuano ad esserci, e questo quindi lascia intendere che ci siano ancora in circolo varianti che presentano sintomi più aggressivi, come per esempio la variante Alfa responsabile della seconda, intensa ondata di pandemia.

Con l’Omicron come variante prevalente, l’Alfa ancora in circolo, sintomi riconducibili alla Delta e nuove sintomatologie sino ad ora mai riscontrate è davvero difficile riuscire ad analizzare dove la pandemia si stia dirigendo. Potrebbe infatti esserci un ritorno al passato, con forme più aggressive che tornano a circolare, ma anche un andare verso nuove varianti sino a qui sconosciute. Al momento nessuno ha la risposta e conoscere quali saranno gli scenari futuri della pandemia. Al momento però appare certo che le risorse, la preparazione siano nettamente più elevate rispetto al passato, e le varianti sembrano essere meno aggressive. Non c’è quindi motivo di allarmarsi, ma bisogna comunque sempre tenere d’occhio l’andamento del virus e le sue trasformazioni

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