Indennità di accompagnamento, cambia l’assegno: i nuovi importi nel 2022

Beatrice

Famiglia

Indennità di accompagnamento: cambia la cifra dell’assegno. A quanto ammonta e quali sono i requisiti per riceverlo

Cambiano anche gli importi dell’indennità di accompagnamento per il prossimo anno. Questo supporto viene garantito dallo stato a tutti gli invalidi civili con disabilità grave riconosciuti al 100%. Possono quindi beneficiare del contributo statale coloro che hanno necessitano dell’aiuto permanente di un accompagnatore per compiere i normali gesti della vita quotidiana o si trovano nell’impossibilità di deambulare autonomamente. Viene quindi garantita per totale inabilità per affezioni fisiche o psichiche. Questa indennità non è reversibile.  Per ricevere l’indennizzo bisogna essere cittadini italiani o, nel caso di cittadinanza straniera, avere l’iscrizione all’anagrafe del Comune nel quale si ha la residenza se si tratta di cittadini comunitari o permesso di soggiorno di un anno per cittadini extracomunitari. Il beneficio non ha invece requisiti né di età né di reddito.

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La domanda per ricevere il sussidio può essere presentata direttamente online sul sito dell’INPS. Per presentare domanda è necessario che dopo accurata visita della commissione medico legale sia riconosciuta e messa a verbale l’effettiva disabilità. A questo punto l’INPS invierà il verbale di invalidità tramite raccomandata o indirizzo Pec. Una volta terminato l’iter e confermato il diritto al sostegno l’assegno verrà erogato direttamente dall’INPS

Indennità di accompagnamento, aumento rispetto allo scorso anno: ecco la cifra prevista

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Per il 2022 l’assegno previsto ammonta a 529,94 euro per 12 mensilità, indipendentemente dal proprio reddito. La cifra garantita per quest’anno è quindi complessivamente di 6.347,28€ annuali. La cifra è aumentata rispetto al 2021, ogni anno infatti diversi fattori influenzano qualche piccola modifica nella entità dell’assegno che poi verrà inviato. Quest’anno la tendenza è stata positiva rispetto al 2021: si è infatti riscontrato un aumento dell’1,7% rispetto agli assegni garantiti lo scorso anno. Il contributo ricevuto a differenza degli altri non va dichiarato nella propria dichiarazione dei redditi in quanto prestazione assistenziale esente dall’Irpef. Non possono però ricevere il sussidio coloro che sono ricoverati gratuitamente in istituti di degenza o riabilitativi o negli ospedali. L’indennità viene sospesa per il periodo del ricovero. In questi casi infatti le spese sono già a carico dello stato e non del cittadino, che riceve il servizio e le cure necessarie senza alcun esborso. Resta invece regolarmente in essere qualora il cittadino debba provvedere autonomamente al costo del servizio sanitario ricevuto.

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