Come aiutare i bambini ucraini e salvarli dalla guerra: tra adozione e affido

Beatrice

Famiglia

Molte famiglie italiane hanno chiesto informazioni su come aiutare i bambini ucraini in fuga dalla guerra: ecco come si può fare

Le terribili immagini che arrivano dall’Ucraina hanno davvero toccato il mondo intero. Gli orrori della guerra non possono lasciare indifferenti, e hanno scatenato un’ondata di repulsione, tristezza, paura e tanta solidarietà nei confronti delle persone che sotto i bombardamenti hanno dovuto lasciare la loro casa e la loro terra o hanno perso i loro cari.

Come aiutare i bambini ucraini e salvarli dalla guerra: tra adozione e affido

In tutta la comunità internazionale sono partite moltissime iniziative di solidarietà per accogliere e aiutare i profughi della guerra. Anche in Italia è possibile darsi da fare per aiutare i bambini che sono dovuti scappare dalle zone di guerra. Secondo l’Unicef sarebbero oltre un milione i bambini in fuga.

Aiutare i bambini in fuga dalla guerra: ecco come si può fare

Come aiutare i bambini ucraini e salvarli dalla guerra: tra adozione e affido

Per aiutare i bambini in fuga dalla guerra è possibile accoglierli temporaneamente nella propria casa. Per farlo si può inviare al Consiglio Nazionale dei Diritti Infanzia e Adolescenza (Conadi) a mezzo mail la disponibilità indicando nome, cognome, residenza, numero di telefono e il numero ed età dei bambini che si è disposti ad ospitare, insieme ai dettagli sul proprio nucleo familiare e al periodo in cui si intende ospitare. A questo punto si verrà contattati per ulteriori informazioni.

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E’ bene sottolineare che si tratta di affidi temporanei, senza possibilità di adozione futura del bambino. L’adozione infatti nel nostro paese è una procedura estremamente complessa ed in questo momento incompatibile con la situazione in Ucraina.

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Delle adozioni internazionali nel nostro paese si occupa infatti la CAI. Nel processo di adozione la coppia dichiara al tribunale per i minorenni la disponibilità ad adottare. Possono farlo le coppie sposate da tre anni, oppure da meno anni ma stabilmente conviventi. Una volta ottenuto l’ok del giudice, un ente autorizzato viene coinvolto nel processo adottivo. Sarà lui a guidare i genitori in tutte le fasi. A questo punto si procede ad abbinare il minore con la famiglia, che può recarsi nel paese dove si trova. Una volta ottenuta la sentenza di adozione nel pese di origine, si ottiene l’autorizzazione all’ingresso in Italia.  Proprio per questo lungo processo reso impossibile dalla guerra, gli iter in Ucraina sono fermi. Alcuni bambini sono già stati abbinati, ma si trovano ancora in Ucraina nonostante gli sforzi per sbloccare le procedure.

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