Salute e Benessere

Se hai questi disturbi allo stomaco può essere solo una malattia, ecco quale

Soffrire di determinati disturbi può voler dire, in alcuni casi, che si soffre di un disturbo grave. Scopriamo insieme di quale malattia si tratta.

Sono molte le persone che soffrono di disturbi allo stomaco come sono altrettante quelle che sono ignare del fatto che i sintomi possono essere il campanello di allarme di una malattia precisa.

In questo articolo, vi spieghiamo quali sono i sintomi che devono destare attenzione e spingere a rivolgersi al proprio medico.

Disturbi allo stomaco: ecco quale malattia potrebbero celare

Tra i sintomi che non devono essere assolutamente sottovalutati ci sono sicuramente la risalita dei succhi gastrici dallo stomaco all’esofago, una condizione clinica che prende il nome di reflusso gastroesofageo. Tale condizione, a lungo andare e se non si prendono provvedimenti, può generare un’infiammazione anche grave delle pareti dello stomaco rendendo la predetta condizione cronica. Nei casi più gravi si può arrivare a presentare sanguinamento, ulcere come anche:

  • febbre;
  • perdita di appetito;
  • dolore;
  • vomito.

Ad ogni modo, tutti questi sintomi possono essere il segnale di una malattia ben precisa: la gastrite. Ci sono vari tipi di gastrite come ad esempio:

  • gastrite acuta;
  • gastrite cronica;
  • gastrite nervosa.

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Nel primo caso, si tratta di un evento improvviso che, nella gran parte dei casi, è generata da una serie di fattori quali, ad esempio, una cattiva alimentazione ricca di grassi come anche l’abuso di farmaci e alcol. Nel secondo caso, invece, la malattia è generata dall’helicobacter pylori, un batterio che aggredisce la mucosa dello stomaco. Di solito, tende a perdurare a lungo e provoca infiammazione. Nel terzo caso, poi, si tratta di una condizione dovuta a stati di ansia e stress. Quando, di fatti, ci si trova a vivere particolari periodi di stress emotivo alcune persone possono somatizzare su questa parte del corpo causando l’infiammazione in esame.

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Alla luce di quanto appena detto è importante contattare il proprio medico se i sintomi dovessero perdurare per due, tre settimane senza notare alcun miglioramento. Soltanto in questo modo, di fatti, potranno essere messi in atto gli interventi del caso che, se tempestivi, possono portare ad una completa risoluzione del problema.

Sabrina

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