Scompenso cardiaco: il test per valutare a che rischio sei soggetto

Sabrina

Salute e Benessere

Una ricerca condotto da un gruppo di lavoro italiano ha costruito Mecki. Ecco di cosa si tratta.

Scompenso cardiaco: il test per valutare a che rischio sei soggetto

I dati in nostro possesso dicono che, nel nostro Paese, poco meno di 1 milione di persone è affetto da scompenso cardiaco.

In base alla gravità del disturbo si può andare incontro a conseguenze più o meno gravi che possono influire in maniera più o meno significativa sulla vita quotidiana.

Di conseguenza, appare di fondamentale importanza operare una valutazione caso per caso che tenga conto delle caratteristiche del soggetto tra cui:

  • peso;
  • capacità cardiaca;
  • condizioni generali.

Scompenso cardiaco: il test che rivela il tuo rischio

Scompenso cardiaco: il test per valutare a che rischio sei soggetto

Il Centro Centro Cardiologico Monzino di Milano ha messo a punto un test in grado di identificare il livello di rischio dello scompenso cardiaco.

Stiamo parlando del calcolo di MECKI che oltre ai valori ecocardiografici si basa sui seguenti parametri di:

  • emoglobina;
  • sodio;
  • funzionalità renale;
  • consumo di ossigeno;
  • efficienza ventilatoria sotto sforzo.

Grazie a questi parametri, è possibile stabilire la gravità del paziente nella maniera più precisa possibile.

In particolare, questa sorta di calcolatore è possibile scaricarlo da iTunes in maniera del tutto gratuita.

Tornando al test in questione, l’esperto di malattie cardiovascolari presso l’Università di Milano, Piergiuseppe Agostoni, ha spiegato che è stato messo a punto per offrire ai medici la possibilità di ricorrere ad un metodo squisitamente scientifico per eseguire l’identificazione della diagnosi di scompenso cardiaco.

Tuttavia, il professore Agostoni ha sottolineato che pur trattandosi di un test molto efficace non deve essere eseguito dal paziente stesso. E’ necessaria infatti, la competenza che solo una figura esperta è in grado di avere.

Di conseguenza, non bisogna fare l’errore di giungere ad un’autovalutazione che potrebbe generare allarmismi inutili.

Anche se può essere eseguito da tutti, dunque, lasciate che sia il vostro medico di fiducia ad interpretare il risultato. Così facendo sarà possibile giungere alla cura più adatta al proprio caso.

Scompenso cardiaco: il test per valutare a che rischio sei soggetto

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