Perché tendiamo a rimandare l’ora del sonno e quali sono gli effetti

Valeria B

Salute e Benessere

Perché tendiamo a rimandare l’ora del sonno e quali sono gli effetti. Cosa bisogna sapere.

Nelle società economicamente sviluppate la carenza di sonno è un fenomeno diffusissimo. Il crescere degli impegni, il lavoro, le mille attività frenetiche che siamo chiamati a svolgere sottraggono sempre più tempo alle ore di sonno oppure provocano insonnia. Lo stress della giornata, infatti, tende ad accumularsi alla sera rendendo difficile addormentarsi.

Un fenomeno sempre più diffuso, descritto con un termine inglese e di cui si è cominciato a parlare anche in Italia è la “Revenge bedtime procrastination“, che letteralmente significa vendetta della procrastinazione del sonno. Questo fenomeno indica l’abitudine di rimandare l’ora in cui si va a dormire, perché le ore notturne sono l’unico momento della giornata in cui le persone hanno tempo per sé.

Questa abitudine, naturalmente, ha conseguenze sulla salute. Ecco cosa bisogna sapere.

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Perché tendiamo a rimandare l’ora del sonno e quali sono gli effetti

rimandare sonno

Le lunghe ore di lavoro durante la giornata, gli impegni familiari, la cura della casa, le commissioni e anche i doveri sociali ci hanno letteralmente privato del tempo libero da dedicare a noi stessi. Per questo motivo molte persone rimangono in piedi fino a tardi la notte per recuperare il tempo perduto, da dedicare a sé stesse e per svolgere attività piacevoli o interessanti. C’è chi fa trattamenti di bellezza e chi sta fino a notte fonda a guardare le proprie serie tv preferite o a scrollare i social network con lo smartphone, chi legge fino a tardi.

Questo comportamento ha natura psicologica e spesso è dovuto a un tentativo inconscio di recuperare il controllo sulla propria vita. Altre volte, invece, più che una procrastinazione consapevole è il corpo che con una sorta di riflesso automatico non permette alla persona di prendere sonno. Rende più difficile addormentarsi in risposta a una giornata stressante e troppo ricca di impegni.

Si tratta di una specie di “vendetta” da parte del corpo, e qui si spiega il termine “revenge“. Non avendo abbastanza tempo durante la giornata per rilassarsi e dedicarsi alle cose che piacciono o fanno stare bene, il corpo si ribella a questi ritmi e toglie ore al sonno. Spiegano gli esperti.

Questo fenomeno tende a manifestarsi anche quando le persone in realtà vorrebbero dormire ma non riescono a farlo. Si può definire, dunque, anche una particolare forma di insonnia.

Conseguenze e interventi

Le conseguenze di rimandare l’ora in cui andiamo a dormire e di conseguenza dormire poco hanno effetti a lungo termine sulla salute che ormai tutti conosciamo e che possono essere gravi. Se un paio di notti di scarso riposo comportano una stanchezza risolvibile nel giro di qualche giorno, riposando di più, la privazione di sonno sul lungo termine facilita le malattie cardiache, accelera il processo di invecchiamento e può avere anche conseguenze negative e permanenti sul metabolismo.

Per contrastare questi effetti e combattere la Revenge bedtime procrastination è importante l’igiene del sonno. Cercare di dormire una adeguato numero di ore, andare a letto sempre allo stesso orario, evitare pasti e cibi pesanti alla sera, non fare esercizio fisico troppo tardi, ma praticare sport durante la giornata, evitare di utilizzare computer, smartphone e schermi elettronici poco prima di coricarsi.

Per aiutarvi a prendere sonno potete provare a praticare la meditazione, assumere della melatonina e se il problema persiste consultare un esperto.

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