Il pangasio fa davvero male? Scopriamo i misteri di questo pesce sotto accusa

Simona

Curiosità

Il pangasio è un pesce molto economico che, negli ultimi anni è sotto i riflettori a causa di accuse che gli vengono rivolte: ma fa davvero male? Scopriamo la storia di questo prodotto.

Il pangasio è un pesce molto economico e che, negli scorsi anni, è stato molto presente sulle tavole degli italiani. Impanato e fritto o in padella, è stato molto apprezzato anche dai più piccini.

Tuttavia, negli ultimissimi anni questo pesce è stato sotto accusa al punto tale da non essere più scelto dai consumatori. La causa di queste accuse sono le notizie allarmanti circa la sua provenienza.

Ma il pangasio fa davvero così male? Cerchiamo di fare un pò di chiarezza in merito a questo prodotto.

Il pangasio fa male? Facciamo un pò di chiarezza su questo prodotto.

Il pangasio fa davvero male?
Il pangasio fa davvero male?

Il pangasio è un pesce di acqua dolce proveniente dal Lontano Oriente e, in particolare, diffusissimo nei fiumi Mekong e Chao Phraya anche se allevato in grandi quantità nel Sud Est Asiatico.

Questo pesce, come già detto, ha un prezzo molto esiguo ma anche un contenuto nutrizionale molto ridotto. Si stima che su 100g di prodotto ci sono minori quantità di vitamina A e D rispetto ad altri pesci bianchi più conosciuti come, ad esempio, la sogliola.


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Le notizie allarmanti su questo pesce, tuttavia, hanno costretto nel tempo i commercianti a ritirarlo dai propri banchi e i ristoranti a non preferirlo nella scelta offerta dal menù.

Le notizie sono davvero allarmanti?

Il consumo del pangasio è al centro delle polemiche da qualche anno a causa di notizie e allarmismi diffusi tra la popolazione. In primo luogo, infatti, si accusa questo pesce di essere altamente inquinante a causa dell’altissima concentrazione di agenti inquinanti nei fiumi dove vive.


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Al suo interno, infatti, sono state trovate tracce non solo di sostanze inquinanti il cui utilizzo è vietato in Europa, come una serie di erbicidi; ma anche di mercurio. Di questo elemento, tuttavia, le tracce ritrovate non hanno superato i limiti consentiti e fissato a 0,5mg per chilo di prodotto.

Ma non solo, questo pesce è sotto accusa anche a causa dell’impatto ambientale degli allevamenti intensivi. Si calcola, infatti, che alcune acque risultino inquinate anche dal massivo utilizzo di antibiotici da parte di queste strutture.

Se in Europa l’allarme pangasio continua ad influenzare le scelte dei consumatori e dei negozianti, negli Stati Uniti resta ancora un prodotto largamente diffuso e consumato. In merito, le autorità di sicurezza hanno imposto un rigido controllo in fase di produzione e di trasporto.

C’è da chiarire, infine, che al momento non esiste alcun allarme sanitario legato al consumo del pesce pangasio.

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