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L’algospeack il nuovo linguaggio contro le censure online, di cosa si tratta

L’algospeack il nuovo linguaggio contro le censure online, scopriamo insieme di cosa si tratta questo nuovo modo di scrivere sui social.

Il nuovo linguaggio web sta sempre di più prendendo spazio tra menti e bocche della popolazione mondiale, un linguaggio che va ad identificarsi e a scontrarsi con le regole grammaticali per le quali vocaboli o espressioni comunemente usati soprattutto tra i ragazzi, sono considerati decisamente scorretti. Ma come si decide cosa poter scrivere o meno sui social? Quali sono i parametri di valutazione?

L’algospeack il nuovo linguaggio contro le censure online

Innanzitutto questi nuovi linguaggi sono considerati come veri e propri fenomeni di massa ed internet è divenuto negli anni, il primo mezzo di comunicazione al mondo che possa essere giusto o sbagliato, il fenomeno ha preso ampissimo spazio superando di gran lunga la televisione ed il cinema. Influencer e tiktoker sono divenuti idoli di ragazzi e giovanissimi assumendo linguaggi talvolta incomprensibili a chi non è un assiduo frequentatore social.

L’algospeack il nuovo linguaggio contro le censure online

Da cosa deriva il nome algospeack? E che cosa è? Quando parliamo di algospeack stiamo parlando di un nuovo  linguaggio “multimediale” che va ad identificare un uovo modo di parlare. Il nome nasce dall’unione fra le parole inglesi “algorithm” e “speak” e indica appunto un modo di parlare che viene condizionato dagli algoritmi di intelligenza artificiale cui è affidata la moderazione dei contenuti sui social network e di conseguenza anche il modo di scrivere che viene adottato.

Basti guardare ai messaggi inviati tramite whatsapp ed ai simboli adottati. Il senso compiuto di alcune frasi risulta essere inesistente eppure, tra loro i ragazzi si comprendono. Per fare un esempio, si scrive “le dollar bean” o “le$bian” al posto di “lesbian”, “nip nops” invece di “nipples”, ovvero capezzoli, “spicy eggplant” che in italiano sta a significare “melanzana piccante” si usa per stare ad identificare un vibratore. “Se$$o” al posto di “sesso”. E poi ci sono le Emoji sono i simboli che vanno ad identificare concetti come appunto il sesso, restando nel vago e nell’incomprendibile.

Ma perchè si usano questi linguaggi che possiamo definire criptati? Si usano per evitare che i contenuti scritti oppure le foto o video possano essere bloccati dal sistema perchè ritenuti espliciti. La rimozione implicherebbe il non raggiungimento dei numeri di persone raggiunte sperato. Ovviamente si parla anche di una questione economica. Monetizzare con questi contenuti è forse alla base di tuto questo, vediamo il caso di YouTube, dove i contenuti che contengono parole vietate rischiano di essere demonetizzati.

Su TikTok, la sezione “Per Te”, dove risiedono i video che dovrebbero essere identificati come quelli di maggiore successo, è gestita da un algoritmo di categorizzazione, che decide che cosa far vedere a chi. I numeri sono in costante crescita e pertanto, poter controllare contenuti, fotografie, video e valutare la qualità degli stessi diventa praticamente impossibile senza un aiuto esterno ed ecco che entra in gioco il ruolo dell’intelligenza artificiale.

Catia

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