Famiglia

Pronto Soccorso, cambia il Triage: per essere accettati non più colori

Cambia nuovamente la regola per il Triage in Pronto Soccorso: per essere accettati non ci sarà più il sistema a colori. Ecco il nuovo sistema e come funzionerà tra poco. 

Il sistema di diversificazione dei pazienti in Pronto Soccorso è molto importante. Fino ad ora, infatti, le regole del Triage prevedevano il sistema dei colori: ad ogni paziente era assegnato un colore in base alla gravità delle sue condizioni e all’urgenza di trattamento.

Questo sistema cambia nuovamente e non ci saranno più colori, bensì si passerà ad altro. Ecco come funzionerà tra poco in Pronto Soccorso e in base a quale criterio verranno trattate tali emergenze. 

Cambia il Triage in Pronto Soccorso, addio ai colori: ecco cosa verrà introdotto

Cambia il sistema di priorità dei pazienti in arrivo al Pronto Soccorso: il vecchio sistema a colori non sarà più utilizzato ma verrà a breve sostituito. Ci saranno numeri anziché colori: un sistema basato su quanto al massimo il paziente può attendere dato il suo problema. 

Nel dettaglio, ci saranno quattro codici, ognuno caratterizzato da un diverso livello di priorità e, quindi, di attesa. Dunque:

  • 1: sarà assegnato alle emergenze con ingresso immediato;
  • 2: urgenze indifferibili da prendere in carico entro 15 minuti;
  • 3: urgenze differibili da trattare entro 60 minuti;
  • 4: urgenze minori con attesa non più lunga di 2 ore.
  • Non urgenze, pagando 25 euro di ticket e con il tempo limite di 4 ore.

Una riforma necessaria

Questo nuovo sistema partirà dalla Regione Lombardia e, in particolare dalla provincia di Milano. Una riforma necessaria“, hanno commentato dalla Regione: i Pronto Soccorso lombardi, infatti, sentono più vivo che mai il problema del sovraffollamento.

Bisogna intervenire sulle risorse dei Ps, sulla valorizzazione del personale che vi lavora, perché i medici ora scappano in cerca di condizioni meno isteriche. E spesso mancano letti per i ricoveri“, ha dichiarato Filippo Galbiati, primario del Pronto soccorso del Niguarda, in un’intervista per Leggo. Occorre, inoltre, “Potenziare i Ps grossi, chiudendo quelli con meno di 20mila pazienti l’anno: tra Milano e hinterland sono almeno sette dagli ultimi dati“.

Simona

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