Salute e Benessere

Quella crosticina che tanto ci piace potrebbe aumentare la comparsa di un cancro

Una sostanza presente in alcuni dei cibi preferiti da grandi e bambini potrebbe favorire la comparsa di un cancro

Pane appena sfornato, patatine fritte, caffé… cosa hanno in comune a parte l’essere alcuni degli alimenti più amati da tutti? Adoriamo crosticine, croccantezza e tostatura. Eppure questi alimenti sono ricchi di acrilammide, una sostanza che se non viene tenuta sotto controllo può essere davvero dannosa per il nostro organismo.

L’eccessivo consumo di questa sostanza infatti aumenta il rischio di sviluppare mutazioni genetiche e tumori. Un rapporto dell’Efsa spiega alcuni dettagli di questa sostanza. L’acrilammide si forma quando zuccheri e amminoacidi vengono sottoposti ad alte temperature. Per effetto della reazione di Maillard, questa sostanza si forma nei cibi ricchi di amidi e asparagina che vengono sottoposti ad una temperatura di oltre 120 °. Va da sé quindi che sia parte integrante di numerosi alimenti.

Acrilammide dannosa per il nostro organismo, ecco qual è la quantità sicura da assumere

Attualmente non si sa quale possa essere considerata una dose massima da assumere. Si possono però fare delle stime su quale possa essere una dose sicura. Secondo i dati riportati dall’Efsa la quantità sicura è di 1 microgrammo al giorno per un uomo di 60 kg. Questo corrisponde ad 1 grammo di patatine chips, 3 kg di patate fritte o al forno,  4 grammi di biscotti e 3 grammi di biscotti per bambini.

Le industrie hanno comunque da quando si è saputo della potenziale tossicità della sostanza trovato dei sistemi utili a diminuirne la quantità nei vari alimenti. Nelle patatine fritte sarebbe vi sarebbero circa 300 mcg di acrilammide per kg di prodotto. Nelle patatine in busta invece la quantità sale a 400 mcg/Kg di prodotto. La quantità si stabilisce sui 200 mcg circa per crackers, biscotti e pane croccante. Stessa cifra anche per i cereali da colazione, poco sotto ai 200 mcg. Valori più alti invece per i sostituti del caffé, che registra 1500 mcg di acrilammide per kg di prodotto per quanto riguarda orzo, mentre 700 per il caffé solubile. Si scende a circa 250 per il caffé torrefatto.

E’ importante quindi tenere sotto controllo quante quantità ingeriamo di questa sostanza per riuscire a rientrare in una dose considerata sicura in modo che la acrillamide possa non risultare dannosa per il nostro organismo. Meglio quindi non esagerare, per quanto questi alimenti rientrino tra i preferiti da grandi e bambini.

Beatrice

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