Salute e Benessere

La meningite ha ucciso un ragazzo di 22 anni: il ceppo e i rischi da conoscere

L’Italia intera è sotto shock a seguito della tragica notizia relativa alla morte di un giovanissimo ragazzo di soli ventidue anni, dopo aver contratto una forma acuta di meningite.

Gli ultimi due anni sono stati segnati dalla pandemia da Covid-19 che ha dominato anche la scena dei media, tra informazione e campagna vaccinale al fine di proteggere la popolazione mettendo in atto una corretta informazione. Nel frattempo, quasi nell’ombra continua a fare le sue numerose vittime troviamo la meningite che, nonostante un grandissimo numero di persone nel mondo abbia provveduto a seguire la dovuta vaccinazione, ancora oggi continua ad essere un mostro da combattere a tutto spiano.

La storia di Marco, morto a soli 22 anni, ne è la conferma. Il decesso prematuro del giovane ragazzo, inoltre, ha posto anche l’attenzione su alcune cose da mettere in atto per garantire al meglio la prevenzione circa appunto la meningite.

Il tragico addio a Marco

A raccontare la tragica storia di Marco Innocente di Castelfranco Veneto è stata la redazione di FanPage, spiegando come il giovane che studiava presso l’università di Padova abbia manifestato i primi sintomi da meningite meningococco il 25 marzo scorso, con febbre, forte stanchezza e vomito. Una volta giunto al pronto soccorso, Marco aveva già difficoltà respiratoria, dolore e debolezza agli arti inferiori e macchie al tronco e al volto.

Le sue condizioni disperate hanno reso vano ogni tentativo di aiutarlo, venendo a mancare poco dopo aver raggiunto l’ospedale che ne ha confermato il sospetto diagnostico di malattia invasiva da meningococco, responsabile di sierotipo B.

L’attivazione della profilassi e rischi

Quanto successo al giovane Marco ha reso necessaria l’attivazione da parte dell’ospedale della segnalazione al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica, che ha già attivato la profilassi antibiotica per i soggetti che sono entrati in contatto con il ragazzo prima della morte e durante la fase acuta della meningite.

La fase preventiva della scoperta di meningite, definita chemioprofilassi, prevede la somministrazione di specifici farmaci e non solo. I soggetti vengono posti in isolamento ed esaminati nel dettaglio al fine di capire se abbiano già manifestato eventuali sintomi e intervenire, o nella migliore delle ipotesi prevenire lo svilupparsi della meningite e quindi correre i seguenti rischi:

danni neurologici (emiplegia, ritardo mentale, epilessia, diminuzione dell’udito, disturbi dell’apprendimento): 10-20 ogni 100 dei sopravvissuti alla meningite
necrosi di tessuto cutaneo, amputazioni delle dita o degli arti: 25 ogni 100 dei sopravvissuti alla setticemia
decessi: 10-12 ogni 100 delle persone con meningite, anche con appropriata terapia antibiotica, in caso di setticemia la mortalità è di oltre 40 su 100 persone.

Francesca Guglielmino

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