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Allarme etilene presente nei cibi: di cosa si parla vermanete e perchè non lo sappiamo

Allarme etilene nei cibi e il Ministero della Salute ritira alcuni prodotti: ma di cosa si tratta veramente? Scopriamolo insieme. 

Panna, latte, cotolette: la pagina del Ministero della Salute è nuovamente ricca di prodotti allontanati dal mercato a causa del rischio chimico. Il problema, infatti, sussisterebbe nell’ossido di etilene presente all’interno di alcuni preparati industriali. 

Questi cibi, per la precisione, sono stati richiamati dagli stessi produttori che hanno svolto spontaneamente delle indagini chimiche sul loro prodotto e hanno scoperto la presenza di questo agente così pericoloso. Tutti i clienti, ovviamente, sono stati invitati a gettare via il prodotto di quel particolare lotto o a riconegnarlo al punto vendita.

Ma perchè l’ossido di etilene è così pericoloso e in cosa consiste questo “rischio chimico”? Analizziamo più a fondo questa ispida questione.

Allarme ossido di etilene nei cibi: in cosa consiste questo rischio

In sostanza, l’ossido di etilene è un gas che ha capacità disinfettanti contro funghi e batteri: per questo motivo è utilizzato come sterilizzante anche negli ospedali. Per le stesse ragioni, inoltre, molte industrie alimentari lo utilizzano per la disinfezione dei silos e dei magazzini dove sono sono conservate le materie prime. 


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Essendo, però, questa sostanza inserita tra quelle cancerogene e tossiche, l’Unione Europea ne ha limitato l’uso il quale, infatti, è anche regolato da legge. Questi casi, dunque, non dovrebbero accadere più, e invece… accadono lo stesso!

E’ già accaduto in Belgio che alcuni lotti di semi di lino importati dall’India fossero ritirati dal mercato per la preoccupante presenza di questa sostanza chimica. Neanche l’Italia è esente da questo problema: si stima che negli ultimi anni almeno 200 prodotti siano stati tolti via da mercato per le stesse ragioni. 

Gli alimenti a maggiore rischio

Ovviamente risulta quasi impossibile riuscire a compilare una lista di alimenti per i quali il rischio di contaminazione è maggiore. Possiamo trovare, ad esempio, i semi di sesamo, il gelato, lo zenzero o alcuni sughi pronti.


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Bisogna, in generale, stare attenti ai prodotti che provengono dalle zone extra UE, ossia da tutti quei Paesi come India o Turchia che non sono soggetti alle norme comunitarie. Un’altra attenzione può essere rivolta anche alle etichette dei prodotti.

Infine, un occhio di riguardo deve essere sempre rivolto al sito web del Ministero della Salute, il quale aggiorna quasi quotidianamente la pagina dei ritiri alimentari.

Simona

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