Salute e Benessere

Alzheimer ecco il frutto che lo contrasta, gli studi scientifici lo dimostrano

Una nuova scoperta scientifica è stata messa a segno in campo di prevenzione per una malattia neurodegenerativa come quella dell’Alzheimer. Ecco di cosa si tratta.

Nel corso degli anni sono stati intrapresi numerosi studi scientifici che hanno permesso di trovare una cura efficiente per i pazienti che hanno contratto l’Alzheimer e non solo, dato che in tal senso a diventare importante sono state anche le scoperte messe in atto in campo alimentare in relazione ai cibi che possono aiutare a contrastare e prevenire questo tipo di malattia neurodegenerativa.

Quanto detto, non a caso, attenzione su un nuovo studio realizzato dall’università di Cincinnati, il quale ha permesso di far luce su un frutto dagli effetti importanti sull’uomo in relazione alla prevenzione della malattia sopracitata.

Il frutto che aiuta a contrastare l’Alzheimer

Premesso che nel momento in cui facciamo riferimento al morbo di Alzheimer intendiamo una forma comune di demenza che causa una perdita progressiva della memoria, la quale si alterna con momenti di lucidità. Una malattia che man mano aggrava la condizione del paziente che smette di vivere nel presente e si rifugia nei ricordi di una persona diversa sconosciuta persino a se stessa e che colpisce cerca il 50/80% dei pazienti nei quali viene riscontrata una demenza.

Il team di ricercatori dell’università di Cincinnati, dunque, ha permesso di far luce sugli effetti benefici che è un frutto già presente nella nostra quotidianità in grado di aiutare considerevolmente nella prevenzione nel morbo di Alzheimer.

Prevenire la malattia in anche attraverso il cibo

Quanto detto precedentemente, dunque, ha permesso ai ricercatori dell’università di Cincinnati di far luce sugli effetti benefici del mirtillo e sulle modalità secondo le quali questo riesce ad agire sul morbo di Alzheimer o in campo di prevenzione di questa malattia.

Lo studio a cui facciamo riferimento ha posto l’attenzione su 12 pazienti che hanno cominciato a manifestare i primi sintomi dell’Alzheimer e che si trovano in una fase di sovrappeso e prediabete, di età compresa tra i 50 e 65 anni, i quali durante un periodo di circa 12 settimane hanno inserito nella loro alimentazione i mirtilli riscontrando come questi li abbiano aiutati notevolmente nel miglioramento delle loro capacità cognitive e apprendimento nella memoria. Successivamente, inoltre, è emerso come i pazienti in questione hanno visto migliorare notevolmente anche la funzione metabolica bruciando più facilmente grassi per produrre energia insieme alla riduzione dello stress ossidativo, ritenuto responsabile di sintomi di affaticamento e perdita della memoria.

Francesca Guglielmino

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